Uffizi, Salone Magliabecchiano Uffizi, 1967/1968, deposito materiale tornato dall'essiccazione
“ Oggi mentre ero a San Domenico è venuto il Mordini con un certo regista per un documentario sui danni alluvionali etc. Hanno visto il locale, i documenti, il camion che scaricava etc., ma il regista ha detto che non riteneva abbastanza suggestivo tutto questo e che non intendeva filmare. Ho intrapreso una discussione per dimostrargli che invece la cosa poteva avere interesse, ma senza risultati.
Volevano vedere enormi cataste di documenti etc.”
E’ il 29 dicembre 1966, tutti gli impiegati della Soprintendenza, dall’ultimo usciere al Soprintendente, lavorano giorno e notte senza badare ad orari e festività per salvare gli archivi. Tra questi vi è Renzo Ristori, che quel giorno è impegnato a ricoverare il materiale a San Domenico di Fiesole. Il funzionario lascia un appunto al Prunai per aggiornarlo su quello che è accaduto nella giornata. Nel corpo dell’appunto vi è anche spazio per questa nota di colore: per la televisione non è abbastanza interessante il lavoro di recupero, ci vogliono toni più forti e drammatici… Anche Ristori, evidentemente, condivide con Prunai una vena ironica e disincantata.
Il lavoro dei dipendenti i della Soprintendenza Archivistica nei giorni dell’alluvione viene minutamente descritto dal Soprintendente in una
lettera indirizzata al Ministero dell'Interno, che riconosce il grande impegno di ciascuno di loro. Giulio Prunai, che si era speso senza risparmiarsi nella salvaguardia e nel recupero del patrimonio archivistico, con la stessa passione volle, all’indomani dell’alluvione, che fosse riconosciuto e valorizzato il lavoro di coloro che lo avevano supportato con altrettanta abnegazione.