Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte
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L'alluvione negli archivi

Piazza Santa Croce
(Foto Bazzecchi)
4 novembre 1966, ore 3.48, agenzia Ansa: A causa del maltempo, nel corso della notte la situazione in Toscana si è andata ulteriormente aggravando. La pioggia non accenna a cessare e i corsi d’acqua si sono notevolmente ingrossati. In provincia di Firenze la situazione è particolarmente difficile a Incisa Valdarno e negli altri centri che si trovano in prossimità dell’Arno, nel quale confluiscono altri torrenti. Le acque hanno invaso molte abitazioni...
 
Ha inizio così la cronaca di quella che sarà la peggiore alluvione di cui Firenze e i fiorentini abbiano memoria. Una narrazione dei fatti tragica, confusa e alle volte contraddittoria, dettata dall'incalzare degli eventi, di cui all'inizio si faticò a capire la portata. Il 4 novembre 1966 l’Arno aggredì Firenze fino ad arrivare ai sei metri d’altezza mentre la Toscana fu invasa dalle acque dei suoi affluenti, che devastarono in particolar modo le province di Pisa e di Grosseto.
 
La Soprintendenza Archivistica per la Toscana, guidata dall'allora soprintendente Giulio Prunai, dovette far fronte a una situazione catastrofica che coglieva tutti di sorpresa. I danni provocati dall'alluvione ad un patrimonio archivistico tanto ingente quanto diffuso (conservato nelle case nobiliari, nelle botteghe, negli uffici, nelle sedi delle numerose e antiche istituzioni fiorentine, nei luoghi di culto) suscitarono in un primo momento un senso di sgomento al quale bisognò subito reagire.
 
Con forte determinazione e grande spirito di servizio il Soprintendente riuscì in tempi brevi ad organizzare le operazioni di ricognizione, recupero, trasferimento e asciugatura del materiale danneggiato, non solo a Firenze ma anche nel resto della Toscana. Nonostante lo scarso personale, consistente in soli due funzionari e otto aiutanti, e grazie anche ai numerosi volontari, la Soprintendenza Archivistica dette vita a un’operazione straordinaria di salvataggio che mise in luce l’importanza delle sue funzioni, a tutela e salvaguardia di tutto il patrimonio di memoria prodotta dalla comunità civile e non solo di quella appartenente allo Stato.
 
Organi periferici istituiti nel 1939 e dipendenti dal Ministero dell’Interno, le Soprintendenza Archivistiche erano state profondamente riorganizzate nel 1963 quando si decise di distinguere in modo netto le loro funzioni da quelle dagli Archivi di Stato, affidando a loro il compito della tutela e vigilanza degli archivi privati e pubblici non statali presenti nel territorio regionale di competenza. Fino ad allora le Soprintendenze Archivistiche non avevano mai disposto né di risorse proprie né di propri dipendenti, basandosi per la gestione contabile e amministrativa sul personale degli Archivi di Stato e per quella tecnica-ispettiva sui funzionari degli Archivi provinciali.
 
L’alluvione del 1966 fu un banco di prova senza eguali per la Soprintendenza Archivistica per la Toscana che, pur tra mille difficoltà e nonostante la scarsità di mezzi, riuscì a organizzare un’azione di ricognizione, recupero e salvataggio del materiale documentario danneggiato sia a Firenze che nel resto della Toscana.

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