L'archivio dell'Opera di Santa Maria del Fiore
L’archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore si trovava all’epoca dell’alluvione collocato presso la sede in piazza del Duomo. Il fondo documentario, costituito da circa 3200 pezzi, copriva un arco cronologico che andava dal XIII al XX secolo.
Le unità archivistiche che si trovavano collocate nei palchetti inferiori delle scaffalature furono danneggiate dall’acqua e dal fango, quindi vennero recuperate, pulite ed interfoliate a cura dei dipendenti dell’Opera e di alcuni volontari.
In seguito al censimento della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, che ne constatò i danni, venne trasportato a cura della stessa presso il Centro tecnico ed operativo di San Giustino Umbro, dove furono avviate le procedure di essiccazione, sotto la supervisione dell’archivista dell’Opera.
Il Professor Haward Saalmon in una lettera pubblicata su "La Nazione" del giorno 12 agosto 1969 parla della situazione dell’archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore e lamenta che un importante complesso di documenti gravemente danneggiato nel corso dell’alluvione del 1966 sia esposto a gravi pericoli per motivi che si riassumono, da un lato, nella mancanza di fondi sul bilancio dell’Opera, dall’altro nell’assenza di un programma di adeguati interventi da parte dello Stato. Ecco la risposta del Prunai:
In merito a quanto sopra desidero far presente che l’archivio dell’Opera fu sottoposto ad un accurato trattamento di essiccazione presso il Centro Tecnico di san Giustino Umbro a cura e a spese del Ministro dell’Interno. Tale trattamento è lo stesso che venne praticato nel medesimo periodo (fine 1966-primi 1967) per i documenti danneggiati dell’Archivio di Stato e di diversi archivi pubblici e privati della Toscana; alle operazioni svoltesi a San Giustino, tra le quali il procedimento anti-muffa per la distruzione dei microorganismi assisterono ininterrottamente i funzionari dell’Amministrazione Archivistica e un responsabile dell’archivio dell’opera. E’ da tempo in corso, ad iniziativa e spese del Ministero dell’Interno, la pratica per la fornitura all’archivio dell’Opera di una nuova scaffalatura metallica che dovrà sostituire quella danneggiata dall’alluvione. Presso il Centro di Foto - documentazione e di restauro degli Archivi di Stato con sede in Roma e presso il Gabinetto di Restauro dell’archivio di Stato di Lucca sono già state iniziate le operazioni necessarie per il restauro di alcuni registri e filze dell’Archivio dell’Opera, scelti o perché ritenuti di maggior importanza o perché più gravemente danneggiati. Gli interventi necessari per l’archivio dell’Opera, come per gli altri archivi, richiederanno decenni dato che si tratta di lavori assai delicati e per i quali si richiede l’impiego di personale specializzato che non è sempre facile trovare. L’opera di restauro promossa per ridurre i danni dell’alluvione del 1966 si riferisce sia ai documenti degli archivi statali sia a quelli sottoposti alla vigilanza dello Stato i quali ultimi hanno trovato ospitalità presso il Gabinetto di Legatura e Restauro dell’Archivio di Stato di Firenze, dove i lavori sono attualmente condotti con i fondi della Commitee Rescue Italian Art e saranno accelerati con i fondi già messi a disposizione dello Stato Italiano e con quelli già assegnati dall’Unesco.