Aulla (2011)
Documenti dell'archivio comunale di Aulla immersi nel fango
Nel tardo pomeriggio del 25 ottobre 2011 una perturbazione iniziò a concentrarsi sulle zone nord della provincia di La Spezia e di Massa Carrara. Nel giro di poche ore caddero 542 mm di pioggia e in brevissimo tempo i principali corsi d’acqua ed i loro affluenti diventarono incontrollabili, esondando e trascinando a valle ogni sorta di detrito.
Il fiume Magra aggredì e travolse la città di Aulla arrivando a raggiungere i quattro metri d’altezza e lasciando dietro di sé un desolante e maledetto mare di fango.
Il giorno dopo la terribile alluvione fu Francesca Frugoni, collaboratrice esterna della diocesi di Massa-Pontremoli a contattare immediatamente la Soprintendenza Archivistica per la Toscana segnalando la gravità dei danni subiti dall’archivio comunale. Su incarico dalla Soprintendenza Maurizio Munda, funzionario dell’Archivio di Stato di Massa, poté constatare che l’acqua e il fango avevano invaso le stanze del piano interrato del Comune dove erano stati collocati la biblioteca, l’archivio storico comunale, una parte dell’archivio di deposito e l’antico archivio notarile. Da una prima ispezione il materiale archivistico risultava essere bagnato per circa 177 metri lineari e asciutto per circa 146, mentre la biblioteca era stata completamente travolta e distrutta dalle furia delle acque. I documenti archivistici avevano subito meno danni rispetto ai libri grazie alle porte dei locali che avevano resistito all’urto e così affievolito la violenza dell’esondazione, consentendo all’acqua di alzarsi gradualmente senza abbattere gli scaffali.
Le operazioni di recupero iniziarono subito con l’evacuazione del materiale documentario dell’archivio storico comunale e di quello notarile, noto e studiato dagli storici per la sua antichità e consistenza. A dar man forte ai funzionari della Soprintendenza Archivistica furono colleghi dell’Archivio di Stato di Massa e della sezione di Pontremoli, della Biblioteca Statale di Pisa e numerosi volontari tra cui studenti delle scuole medie, gruppi scout e gruppi giovanili della Lunigiana e della Versilia Apuana.
Purtroppo la maggior parte dell’archivio comunale di deposito era stato sistemato in un ampio locale sotterraneo dove la terribile forza dell’acqua aveva rovesciato gli scaffali e sommerso 4000 unità documentarie. Terminata la messa in sicurezza del locale da parte dei vigili del fuoco, dal 1° novembre iniziò il lavoro di estrazione delle carte, grazie all’aiuto dei paracadutisti della Brigata Folgore e di numerose associazioni di volontariato.
In una lettera del dicembre 1966, prot. 4110, inviata dalla Soprintendenza Archivistica agli enti che detengono archivi vigilati si legge
Per il recupero del materiale cartaceo in condizioni di forte bagnatura si può agire in due modi. Una soluzione, che fu usata dopo l'alluvione del 1966 a Firenze, consiste nell'asciugare i documenti cospargendoli di segatura addizionata con un funghicida, quindi interfogliarli con carta assorbente da cambiare più volte, infine asciugarli con essiccatoi in ventilazione di aria calda o fredda: procedura di basso costo, che utilizza tecnologie e strumentazioni elementari.
La seconda procedura, più moderna e ormai testata in più occasioni, consiste nel surgelare i documenti e nell'estrarne l'umidità tramite liofilizzatori: si ottengono così pezzi perfettamente asciutti dai quali le tracce di fango possono poi essere eliminate con semplice spazzolatura. Per questa operazione occorrono tecnologie più avanzate e manodopera specializzata, ma i risultati sono ottimali.
Ad Aulla vennero utilizzate entrambe le metodologie. La prima sul materiale che aveva subito danni minori e la seconda su quello maggiormente colpito. I documenti vennero avviati alle celle di surgelazione messe a disposizione dalla ditta Bofrost e dalla società Mercafir.
La documentazione asciutta dell’archivio notarile e dell'archivio comunale venne trasferita alla Sezione di archivio di Stato di Pontermoli, mentre una parte di quella umida dell’archivio comunale fu alla fine trasportata nei locali del circolo culturale Fantoni a Serricciolo.
Per quanto riguarda il materiale dell’archivio comunale di deposito le operazioni di salvataggio e recupero risultarono più complesse e laboriose. Prima di essere avviata alle celle di surgelazione ciascuna unità documentaria fu inserita in un sacchetto di nylon dopo essere stata identificata, numerata ed inclusa in un elenco. Con l'occasione fu anche predisposto lo scarto del materiale la cui conservazione era divenuta superflua.I documenti furono esaminati dai funzionari della Soprintendenza Archivistica con il prezioso aiuto dei volontari.
La Soprintendenza Archivistica intervenne inoltre per recuperare altri due archivi aullesi colpiti dall’alluvione: quello del Distretto sanitario e quello della Coldiretti.