Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte
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L'archivio dell'architetto Raffaello Fagnoni

Schizzo a mano libera
Numerosi archivi privati, sommersi dalle acque dell’Arno nel 1966, furono ritenuti irrecuperabili e perciò gettati via dai proprietari. Questa sorte è toccata anche a diversi archivi di architetti di rilievo, mentre in altri casi le carte, seppur danneggiate, hanno avuto la fortuna di incontrare anche a distanza di anni le mani esperte di restauratori in grado di restituire loro la leggibilità originale.
L’archivio dell’architetto Fagnoni era conservato nell'abitazione fiorentina della famiglia, dove poco dopo la morte dell’architetto subì i danni dell'alluvione. Conservato dal figlio, nonostante venisse ritenuto inutilizzabile per la ricerca, in tempi recenti è stato completamente recuperato grazie alla disponibilità degli eredi e all’intervento pubblico.
 
Questo archivio testimonia il lavoro di uno dei più attivi architetti fiorentini della prima metà del Novecento. Fagnoni (Firenze 1901 - 1966) fu docente alla Regia Scuola Superiore di Architettura di Firenze e come professionista operò principalmente in Toscana, collaborando con ingegneri e architetti di rilievo quali Enrico Bianchini, Giovanni Michelucci e Umberto Nordio. Oltre a realizzare i piani regolatori di Asti e Faenza progettò noti edifici di carattere pubblico, religioso e residenziale come lo stadio olimpico di Torino, la Regia Scuola di Applicazione Aeronautica di Firenze, la sistemazione delle Università di Trieste e di Firenze, la Casa Littoria Dante Rossi nel quartiere di Santa Croce a Firenze.
La documentazione, che rispecchia con una certa completezza la sua attività professionale e accademica, è riunita in oltre 100 faldoni e comprende documenti di natura familiare, ma soprattutto incarichi e progetti, curricula e materiale a stampa relativo ad altri architetti pervenuti a Fagnoni in occasione di concorsi per cattedre universitarie. I circa 150 progetti includono copie eliografiche, schizzi, studi su carta, mentre il materiale fotografico è conservato in 25 buste di stampe e lastre. 


Nel 2005 l'archivio venne affidato in custodia all'Archivio di Stato di Firenze, a cui è stato infine donato nel 2011. Contestualmente al deposito presso l’Archivio di Stato, la Soprintendenza Archivistica ha finanziato le operazioni di schedatura analitica, ricondizionamento e ordinamento cronologico sia delle carte presenti nei faldoni, sia dei numerosi elaborati grafici condizionati in rotoli e in tavole.
I disegni dei progetti infatti costituiscono una parte non solo di grande interesse ma anche molto consistente dell’archivio, trattandosi di circa 500 rotoli e 45 cartelle. Sono questi ad aver subito in modo particolare i danni dell'alluvione a causa del fango che aveva fatto aderire la carta su lucido, tanto che in occasione della prima schedatura non è stato possibile aprire e quindi riconoscere circa il 15% dei rotoli, per evitarne la rottura. 


Per venire incontro a queste esigenze tra il 2008 ed il 2010 la Soprintendenza ha finanziato un cospicuo lavoro di restauro su 234 disegni su carta lucida, ponendo rimedio ai maggiori danni causati dall’alluvione; è intendimento dell'Archivio di Stato di Firenze proseguire in tale programma di recupero. 
 

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