Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte
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L'entità dei danni

Il Lungarno Guicciardini dopo lo straripamento dell'Arno
“I danni più gravi sono stati provocati dal fango e dalla nafta, che in vari casi hanno rovinato in modo irreparabile il materiale archivistico colpito. La permanenza prolungata nell’acqua ha in genere portato alla perdita della colla che dava solidità e compattezza alla carta, rendendola inconsistente e facilmente lacerabile; gli acidi hanno poi provocato, in molti casi, il deperimento dell’inchiostro rendendo illeggibile la scrittura. La pergamena ha subito danni ancora più gravi, perché l’umidità ne ha provocato la decomposizione e la perdita di quella speciale sostanza fatta di calce e creta che anticamente veniva applicata sulla parte scritta e sulla quale aderiva l’inchiostro. Il materiale pergamenaceo ha inoltre la tendenza a deformarsi quando si asciuga ed a perdere quasi del tutto la originaria flessibilità.” 
 
così Renzo Ristori, funzionario della Soprintendenza Archivistica, descriveva i danni provocati dall’alluvione in una relazione del 9 ottobre 1967. 
 
Se, dal punto di vista qualitativo, archivisti e restauratori avevano potuto osservare la  diversità  dei danni provocati sulle carte e sulle pergamene, la diversa risposta dei supporti scrittori e anche la diversa efficacia dei metodi di essicazione e restauro tentati, non fu facile invece arrivare ad una stima quantitativamente attendibile dei danni .    
 
Dopo il primo censimento, nel corso dei mesi successivi  la Soprintendenza Archivistica decise di svolgere un'indagine allo scopo di individuare quali archivi, di qualsiasi genere e consistenza, anche di data recentissima, fossero stati danneggiati o distrutti a causa delle inondazioni. L’indagine riguardava gli archivi di tutta la Toscana ai cui proprietari si chiedeva di fornire il maggior numero di informazioni e notizie possibili. Dalla rilevazione emerge che  nella sola città di Firenze furono 180 gli archivi, pubblici e privati, colpiti dall’alluvione, per un totale di circa 24.000 unità archivistiche più o meno danneggiate, a cui vanno aggiunti circa  600 documenti pergamenacei, senza contare i documenti completamente distrutti. 
 
Ma non va dimenticato che la catastrofe che si abbatté su Firenze non lasciò incolume né la sua provincia né un terzo della stessa Toscana. Le province di Arezzo, Siena, Livorno Pistoia, Grosseto e Pisa furono colpite e gravemente danneggiate dagli allagamenti. Al di fuori di Firenze, gravi danni subirono gli archivi nei Comuni di Buggiano, Montecatini Terme, Pontedera, Santa Fiora nel grossetano, Empoli, Incisa Val D’Arno, Vicchio di Mugello, Scarperia, Borgo San Lorenzo e molti altri, che vennero  costantemente seguiti dalla Soprintendenza Archivistica nelle operazioni di recupero e restauro. 
 
Dall’archivio della Soprintendenza Archivistica per la Toscana 
 

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