Archivi Naldini del Riccio e Alamanni
Archivi Naldini Del Riccio e Alamanni: nuova sistemazione e ricondizionamento di buste e registri
La storia più recente degli archivi di due importanti famiglie del patriziato fiorentino, i Naldini Del Riccio e gli Alamanni, coincide con quella del loro comune recupero dopo essere stati gravemente danneggiati dalla alluvione del 1966. In quel momento tutto questo patrimonio archivistico, costituito da due fondi dalle provenienze diverse, già noto alla Soprintendenza e da questa vigilato, era – ed è tuttora – concentrato nelle mani di un ramo della famiglia dei marchesi Niccolini di Camugliano: non a caso, il fascicolo ad esso dedicato presso la Soprintendenza era denominato “Niccolini Alamanni”.
Se il fondo Naldini, unitamente all’archivio Del Riccio e ai fondi aggregati Nerli e Marzimedici, si era accumulato, a partire dalla metà del Cinquecento, nelle stanze del fondaco del palazzo di famiglia situato in via de’Servi, in angolo con Piazza Duomo, solo alla fine dell’Ottocento in questi locali era confluito anche un importante fondo Alamanni: l’ultima infatti del casato, Maria Maddalena di Vincenzo Maria Alamanni (1768-1848), coniugata Uguccioni, priva di discendenza, aveva chiamato alla sua eredità Rodolfo Niccolini Sirigatti e suo figlio Luigi.
Nello scrittoio di Palazzo Naldini, posto a pianterreno, parte degli scaffali lignei su cui erano collocate le carte cedette all’onda violenta di acqua e fango che proveniva da via del Proconsolo. Anche in questo caso le carte alluvionate furono prese in carico dalla Soprintendenza (resta ancora sulle vecchie coperte dei pezzi il timbro “Niccolini-Alamanni” per il loro riconoscimento), secondo lo schema lavaggio – interfoliazione – asciugatura. Tornarono così dagli essiccatoi di San Giustino Umbro nel luglio del 1968, ma con i proprietari fu convenuto di depositarle presso l’Archivio di Stato di Firenze, dove rimasero fino al 1983, quando questi ultimi ne richiesero la restituzione.
Lenta e fatta di piccoli passi è stata, da allora, la rinascita di questo patrimonio.
In un primo periodo la Soprintendenza procedette a restaurare documenti, pacchi e registri all’apparenza più importanti e più danneggiati, dandone conto nella mostra Archivi dell’aristocrazia fiorentina nel 1989. Ma poiché tra le carte alluvionate regnava la più totale confusione – vi erano mescolate carte Alamanni, Naldini e Del Riccio - che impediva una più oggettiva valutazione in ordine al restauro, prima di tornare a programmare nuovi interventi, si decise di finanziare lavori di riordino e revisione generale. Si iniziò nel 1999-2001 finanziando il lavoro di riordino della sezione Naldini Del Riccio che non era stata alluvionata, per permettere in una fase successiva il reintegro di quanto si presumeva fosse tra i documenti alluvionati. Ciò che avvenne poi nel 2014-2015 quando si mise mano, con un altro piccolo finanziamento, al riordino delle carte totalmente alluvionate.
Va qui detto che il destino che aveva riunito tali carte era stato più crudele, a causa della sua posizione sugli scaffali, con l’archivio Alamanni. Tuttavia la perfetta asciugatura delle carte, l’attenzione con la quale nei giorni frenetici del dopo alluvione si confezionavano i pacchi di documenti da mandare nei luoghi di lavorazione, il semplice ma opportuno ricondizionamento delle carte in nuovi inserti e contenitori che ha accompagnato il recente lavoro di riordino, ed infine un approfondito lavoro di spolveratura a cura di una ditta specializzata hanno compiuto un piccolo miracolo.
Attualmente i due archivi sono perfettamente distinti, e le serie ricomposte così come indicano i repertori-inventari ottocenteschi, fortunatamente conservati e già da tempo restaurati proprio per la loro importanza. La stesura dei due inventari, visibili anche sul web nel sito www.archivistorici.com, messo a disposizione dalla proprietà, permette agli studiosi di accedere ad una documentazione che si dava per perduta. Infine è a disposizione della Soprintendenza uno strumento adeguato e aggiornato per riprendere un percorso più ragionato nella programmazione dei restauri.
Per una descrizione dei fondi e la loro storia archivistica cfr. SIUSA, sub voce: Alamanni, Naldini Del Riccio, Nerli, Marzimedici