Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte
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L'archivio della famiglia Baldini Libri

Danni all'archivio Baldini Libri causati dalle acque dell'Arno
In una relazione, datata 22 settembre 2006, il funzionario della Soprintendenza Archivistica Renato Delfiol con meraviglia e stupore scriveva:
 
mi sono recato presso la Fattoria di Cerreto di proprietà della Famiglia Baldini Libri ed in particolare di Massimo Baldini Libri per prendere visione dell'archivio. La visita faceva seguito alla denuncia telefonica dell'esistenza dell'archivio ad opera di Valentina Baldini Libri, figlia di Massimiliano, sulla base di una notizia riportata sul Bollettino degli Agricoltori in merito al censimento degli archivi delle Fattorie che questa Soprintendenza va conducendo ormai da più anni ...Recatomi dunque presso la Villa di Cerreto, situata in un complesso colonico di origini quattrocentesche anche se di attuale aspetto settecentesco, ho avuto la sorpresa di individuare non solo un archivio di fattoria ma anzi un vero e proprio archivio familiare di dimensioni cospicue. Ad una stima sommaria che al momento non è possibile confermare, si potrebbe trattare di circa 1500 unità tra il secolo XV e il XX.
 
Con queste le parole veniva comunicato al Ministero l'esistenza dell'archivio della famiglia <Baldini Libri SIUSA> di Firenze, costituitosi nell'omonimo palazzo fiorentino di Via della Vigna Vecchia e trasportato nella fattoria di Cerreto, nei pressi di Pontassieve, dopo che la furia inarrestabile delle acque dell'Arno allagò i locali dove la documentazione era conservata. 
E’ questo uno dei tanti patrimoni archivistici di natura privata e di indubbio interesse storico per i quali i proprietari hanno omesso la dichiarazione di possesso, come prevedeva la normativa a partire dalla legge del 22 dicembre 1939, n. 2006. A tale proposito il Delfiol osservava:
 
purtroppo la documentazione...,non essendo conosciuta dalla Soprintendenza, non fu asciugata con i sistemi allora in uso. Molti atti sono quindi gravemente danneggiati, le coperte in pergamena sono accartocciate e qualche registro ha problemi di compattamento delle carte.
 
Il lavoro di recupero, avvenuto a partire dal 2006, assunse dimensioni ingenti mano a mano che si prendeva coscienza della quantità di materiale danneggiato dall’alluvione e della sua importanza a livello storico-culturale. Non a caso nel 2007 la Soprintendenza emise il provvedimento con cui dichiarava l'archivio "di particolare interesse storico". 
 
Ad un primo lavoro di elencazione sommaria è seguito il riordino per il quale i proprietari hanno ricevuto un contributo ministeriale: dapprima sono state esaminate le carte sciolte (Carteggi, Scritte Patrimoniali e Ricevute) che apparivano in più precarie condizioni di conservazione a causa del disordine provocato dall'alluvione e dalla successiva opera di asciugatura che ne aveva inevitabilmente scompaginato l'unitarietà. Successivamente l'attenzione si è concentrata sull'identificazione e riordino delle serie relative alle fattorie e dei registri contabili e di mercatura che presentavano non pochi problemi relativi ai danni provocati dall'alluvione e dal loro successivo abbandono durante i quattro decenni successivi.
 
Infine la stesura di un inventario sommario ha permesso di predisporre, per il triennio 2013-2015, una programmazione più ragionata sul materiale da restaurare, anche se non si è esaurito il numero delle unità documentarie ancora bisognose di restauro.

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