Quella notte la barbarie colpì Firenze...
All'1,04 del 27 maggio 1993 tutta Firenze tremò, scossa da un improvviso boato: una bomba era stata fatta esplodere di fronte all'ingresso secondario dell'Accademia dei Georgofili, nell'omonima via.
Cinque vite umane furono distrutte e molte altre rimasero per sempre segnate da questo catastrofico ed inaspettato evento.
Firenze, città d'arte, culla della cultura, era stata ancora una volta colpita. Ma, mentre gli altri avvenimenti che l'avevano scossa in passato, il più grave dei quali rappresentato dall'esondazione dell'Arno del 1966, erano sì inaspettati ma non dolosi, questa gesto infame era volontario ed ebbe un forte impatto emotivo sulla gente che rispose, fin dai primi momenti, forse ancor più che in passato, con gesti di spontanea e corale solidarietà.
Basti pensare ai tantissimi volontari , centinaia di persone di ogni età e condizione sociale che prontamente offrirono il loro aiuto.
L’opinione pubblica si è dimostrata da sempre sensibile alla salvaguardia delle opere d’arte ed ancor più in questa occasione; questi gesti solidali rappresentarono la più vera e civile risposta di un popolo ad un azione vile.
La bomba che scosse Firenze andò a colpire non solo le vite umane ma anche un'importante raccolta bibliografica ed un archivio.
Come si legge nella relazione curata dalla Soprintendenza Archivistica:
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La Soprintendenza …si è trovata fin dal primo giorno dei soccorsi e del recupero dei materiali, in prima linea per togliere dalle macerie e dare ospitalità unitamente ad una prima sistemazione al patrimonio archivistico e bibliografico dell’antico sodalizio.
Questo perché il materiale fu trasportato presso locali in uso alla stessa Soprintendenza.
La documentazione archivistica maggiormente colpita fu quella corrente poiché collocata ai piani bassi dell’edificio; quella storica si trovava al terzo piano e quindi potè essere trasferita dai vigili del fuoco ma sostanzialmente non subì danni.
L’Accademia risorgerà: così si espresse a pochi giorni dal tragico evento il presidente dei Georgofili, professor Scaramuzzi, ed in effetti grazie al lavoro sinergico tra Soprintendenza Archivistica, Accademia, forze dell’ordine e volontari le attività di salvaguardia e recupero si svolsero rapidamente.
Ed il sentimento dei volontari, fiorentini e non solo è bene espresso da un giovane che il 30 maggio 1993 affermò:
Ci siamo sentiti custodi dell’arte.
Tra i riconoscimenti che le carte della Soprintendenza ancora conservano c’è quello che riguarda l’allora soprintendente Paola Benigni, che così viene elogiata in una lettera del 15 luglio 1993 dal Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali Alberto Ronchey:
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desidero esprimerLe il mio più vivo elogio per il Suo eccezionale contributo e per la preziosa collaborazione fornita dal personale del Suo istituto per il salvataggio ed il recupero del materiale documentario dell’accademia dei Georgofili, in occasione del tragico evento che ha colpito la cultura fiorentina. Nel rinnovarle i sensi della mia stima , le comunico che il presente encomio verrà inserito…nel suo fascicolo personale.
Il salvataggio dell'archivio e della biblioteca dell'Accademia economica agraria dei Georgofili di Firenze
Documentario di Giovanni Contini Bonaccorsi prodotto dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana nel 1993 e dedicata alla memoria delle cinque vittime dell'attentato.
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